Storia

ll movimento del commercio equo solidale, nato tra gli anni 50 e 60 in Nordeuropa, era partito da una profonda riflessione sulle cause della povertà nelle comunità che vivevano del lavoro agricolo nei Paesi in via di sviluppo: i contadini non guadagnavano abbastanza dalla vendita dei loro raccolti perché cadevano vittime di intermediari senza scrupoli che riconoscevano loro un prezzo troppo basso e che guadagnavano grazie ai numerosi passaggi commerciali. Non solo: i prezzi di mercato erano troppo instabili e non garantivano lo sviluppo delle famiglie e delle comunità. Bisognava interrompere questa catena di sfruttamento creando un circuito alternativo che desse il giusto valore al lavoro delle persone. Da questi principi si è sviluppata l’esperienza delle ATOs (Alternative Trade Organisations) e delle Botteghe del Mondo che poi si è estesa con lo sviluppo di prodotti che vengono venduti nella grande distribuzione.

Obiettivi

Il commercio equo solidale ha l’obiettivo di portare il concetto di giustizia all’interno delle pratiche e dei passaggi del commercio tradizionale: si basa su un rapporto di dialogo, trasparenza e rispetto nei confronti dei produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo.

GNO’NU e il commercio equo solidale

Dopo diversi anni di supporto e sostegno alle donne del nord della Repubblica del Benin e dopo tanta riflessione, è giunto il momento di azzardare di più per fare un salto di qualità e intendiamo farlo adottando il sistema del equo solidale in modo tale da poter sviluppare, internazionalizzare e commercializzare i prodotti realizzati dalle donne facenti parti della rete che supportano i progetti realizzati da GNO’NU. Vogliamo contribuire, facendo la nostra parte e sensibilizzare altri ad aderire per cambiare le regole del commercio globale, affinché ci siano le persone al centro e non il profitto. Insieme possiamo fare la differenza per intere comunità in alcuni tra i Paesi più poveri al mondo.